mercoledì 30 dicembre 2009

BETTI NO...OVVERO, COME IN ITALIA SI RICORDA LA STORIA..

E' giusto dedicare una via di Milano a Bettino Craxi nel decennale della morte?
Proviamo a sollevare lo sguardo dalla rissa che si è di nuovo scatenata intorno allo scheletro per mere ragioni di bottega.
Comunque la si pensi, il personaggio esce ingigantito dal paragone con i nani dell'attualità. Ma anche il riconoscimento più entusiasta delle sue qualità politiche non può passare sopra una considerazione semplicissima...si tratta di un uomo che morì in contumacia dopo che la magistratura, in nome del popolo italiano, cioè nostro, lo aveva dichiarato colpevole di corruzione.
Ora, uno Stato che non sia una barzelletta può rendere pubblico omaggio a un cittadino che lo stesso Stato aveva condannato in via definitiva al carcere?
Per farlo dovrebbe negare alla magistratura che lo processò ogni legittimazione.
Dovrebbe riconoscere che in quegli anni in Italia non esisteva un sistema di poteri condiviso dalla comunità, ma una guerra civile fra bande contrapposte che, dopo una vittoria iniziale dell'ala giacobina, portò a una restaurazione incarnata dal migliore amico di Craxi e osteggiata di continuo dai rigurgiti degli sconfitti.
E' una visione distorta della storia italiana, e personalmente me ne dissocio.
Poichè lo Stato è sempre lo stesso, il nostro, sia quando sugli altari salì il pool di Mani Pulite, sia adesso quando sugli altari c'è salito Berlusconi, ritengo immensamente più corretto lasciare la figura del politico Craxi al giudizio degli storici e dedicare una via di Milano alla poetessa incensurata Alda Merini.

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