mercoledì 25 novembre 2009

LA SINDROME DI ROBIN HOOD

Violare la proprietà privata è un reato....su questo nessuno ha dubbi e quindi la persona che si macchia di questo deve giustamente essere condannata e punita per il suo gesto...
La storia che vi racconto è degna di una saga di Robin Hood, che rubava ai ricchi per dare ai poveri.
In questo caso l'eroina è una donna e il suo nemico non era lo spietato sceriffo di Nottingham ma la legge della democrazia tedesca.
Il suo nome è fittizio, Erika B. e dal 1990 era direttrice della filiale della VR Bank di Bornheim, prospera cittadina ad ovest di Bonn..
I suoi clienti meno abbienti con forte bisogno di denaro ma non in possesso delle credenziali e garanzie neccessarie per ottenere fidi o crediti la impietosivano. Certo, il sentimento della pietà è un concetto molto lontano dal nostro attuale stile di vita ed è per certi versi incomprensibile anche solo provare ad entrare in questo stato d'animo.
La direttrice escogitò, per pietà, e spirito di solidarietà umana, uno stratagemma per aiutarli, attenzione, senza trarne nessun vantaggio personale, come è stato accertato nel processo..
Concesse a moltissimi dei suoi clienti poveri e bisognosi crediti, fidi e scoperti assolutamente sproporzionati alle possibilità dei loro redditi, prelevando soldi dai conti di clienti più facoltosi.
Per un totale di quasi 8 milioni di Euro.
Successivamente bonificava di nuovo i soldi, appena gli venivano ritornati dai clienti, sui conti dei legittimi proprietari...il tutto chiaramente a loro insaputa...
L'atto di pietà, se così si può chiamare, è proseguito per un certo periodo ma essendo il giochino andato decisamente oltre ,ed essendo in diversi casi spariti i soldi dai conti dei clienti beneficiati e senza una benchè minima possibilità di poterli restituire è stata chiaramente scoperta...
Si calcola che ai clienti a cui è stato "svaligiato" il conto hanno perso almeno 1,1 milione di Euro in totale, svaniti al vento per sempre.
Il processo e le manette sono ovviamente scattate da subito...nell'arringa il suo avvocato difensore ha menzionato che la sua cliente non ha tratto alcun vantaggio personale, ha agito per una pietà cristiana "....La stessa imputata si è dichiarata pentita del suo gesto..
Nel mondo d'oggi, anche nella più liberale, pragmatica, solidale e flessibile democrazia d'Europa non è lecito rubare, men che meno per aiutare i bisognosi.
Adesso Erika, l'autrice della "genialata" che non si era messa in tasca un cent ha perso tutto...
è stata ovviamente licenziata in tronco dalla Banca per cui aveva lavorato per una vita, vive attualmente con una pensione di appena 1000 Euro lorde mensili, ha dovuto vendere case e polizze-vita per restituire i soldi andati in fumo con la sua "operazione Sherwood"...
Quindi a volte anche cercare di far del bene si paga molto caro...
Mi viene, letto l'articolo e la storia di dare un consiglio spassionato alla nostra eroina...
La vicenda le avrà sicuramente creato dei nemici tra i correntisti, ma anche degli amici, o comunque delle persone che la giudicano cristianamente corretta e di grande integrità morale...
Vada da queste persone e chieda un aiuto, anche economico.....così si renderà conto, a parti invertite, di quanto di cristiano ci sia rimasto nel cuore oggi!

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